In caso di mobbing, l'accertamento del danno alla salute del dipendente non comporta necessariamente anche il riconoscimento del danno alla professionalità.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 172/2014, bocciando il ricorso di un'impiegata del Comune di Roma, che in aggiunta al risarcimento del danno pari a e 16.000,00, riconosciutole per aver subito provvedimenti disciplinari e poi sanzioni dichiarati illegittimi, chiedeva anche la liquidazione del danno alla professionalità.