PENALE/Responsabili gli utenti e non l'hosting per immagini che violano la privacy
PENALE/ responsabili gli utenti e non l'hosting per immagini che violano la privacy .
Una sentenza della Cassazione penale sezione III del 3.2.2014 (n.5107) in materia di violazione del codice della privacy esclude la responsabilità dell’internet hosting nel caso di caricamento sul sito di video immagini che, rappresentando il suo stato di salute, violano la privacy di una persona
L’art. 167 del D.Lvo 196/2003 (c.d. codice Privacy) punisce chiunque al fine di trarne profitto ovvero di arrecare danno all’interessato,operando in violazione della normativa sulla privacy, arreca nocumento al’interessato.
Il caso:
Il Tribunale di Milano aveva condannato il responsabile della policy della privacy su google in quanto procedeva al trattamento dei dati personali in violazione degli artt. 23,17 e 26 del D.Lvo 196 con riferimento a un video immesso per la successiva diffusione a mezzo Internet sul sito www.videogoogle.it raffigurante un soggetto affetto da sindrome di down che viene preso in giro con frasi offensive e azioni vessatorie riferite alla sua sindrome da parte di altri soggetti minorenni.
La Corte di Appello di Milano aveva riformato al sentenza evidenziando che il d.lg. n. 196 del 2003 art. 167 non richiama il precedente art. 13 e dunque non impone all'internet provider di rendere edotto l’utente circa l’esistenza e i contenuti della legge sulla privacy.
La sentenza venne impugnata dal procuratore Generale presso la Corte di Appello di Milano.
La Cassazione con la sentenza evidenziata rigettò il ricorso stabilendo che la "realizzazione ed il caricamento sul sito del video di immagini che rappresentino le condizioni di salute di un soggetto, da parte degli utenti di Google video, configura un trattamento di dati personali effettuato in violazione del divieto fissato dall’art. 26 D.Lvo. 196 del 2003. I responsabili di tale violazione sono da identificarsi con gli utenti che hanno caricato il video e non con i soggetti che gestiscono la piattaforma, trattandosi di un mero servizio di hosting: l’internet hosting provider, infatti, non ha un obbligo generale di controllo e si limita a fornire ospitalità di video inseriti dagli utenti, senza fornire alcun contributo nella determinazione del loro contenuto”.
Tali rilievi hanno portato la Suprema Corte ad escludere in radice la configurabilità, sotto il profilo oggettivo, di una responsabilità penale dell’internet hosting provider.
A cura della redazione di www.modernlaw.it (studio legale associato Castellaneta, D’Argento & partners. MILANO.