PENALE/ SS.UU. : Attenuante del lucro di speciale tenuità applicabile ai reati di droga

La normativa in materia di stupefacenti ha configurato come "autonoma fattispecie di reato” la ipotesi di chi commetta il fatto con mezzi , modalità e circostanze dell’azione tali da far ritenere il fatto stesso di lieve entità, oppure di chi lo commetta con sostanze che per quantità e qualità siano modiche.

La norma che contempla tale fattispecie è quella dell’art. 73 comma 5 DPR 309/1990 con previsione di una pena detentiva da 6 mesi a 4 anni e di una pena pecuniaria da euro 1.032 ad euro 10.239.

L’art. 62 n. 4 del codice penale, prevede, invece una circostanza che attenua il reato: cioè,  nei delitti determinati da motivi di lucro l’aver agito per conseguire o per aver comunque conseguito un lucro di speciale tenuità.

La Giurisprudenza di legittimità aveva  rimesso alle Sezioni Unite della Cassazione il quesito se l’attenuante in questione fosse applicabile alla normativa sugli stupefacenti e se fosse  compatibile con la fattispecie di cui all’art. 73 comma 5 DPR 309/1990.

Ebbene il Supremo Collegio con decisione del 30 gennaio 2020 (della quale è stata fornita soltanto la "informazione provvisoria”) ha deciso che la circostanza del conseguimento del lucro di speciale tenuità è applicabile al reato di cessione di sostanze stupefacenti ed è compatibile con la fattispecie del fatto di lieve entità di cui all’art. 73 comma 5.

E’ una buona notizia, nel momento storico nel quale tutti inneggiano a pene esemplari, il Giudice Supremo ci ricorda che il fatto deve essere giudicato nel caso concreto e che le attenuanti previste per legge servono a calibrare il trattamento sanzionatorio e renderlo congruo.